From bd19a23e37e2598636ddb7cf19736773ade248ea Mon Sep 17 00:00:00 2001 From: Santo Cariotti Date: Wed, 23 Nov 2022 10:13:31 +0100 Subject: fix typos --- docs/chapters/setup.tex | 20 ++++++++------------ 1 file changed, 8 insertions(+), 12 deletions(-) (limited to 'docs/chapters/setup.tex') diff --git a/docs/chapters/setup.tex b/docs/chapters/setup.tex index 16c0bc5..74f1e5f 100644 --- a/docs/chapters/setup.tex +++ b/docs/chapters/setup.tex @@ -1,7 +1,7 @@ -In genere, quando vogliamo tenere traccia del traffico di richieste che vi è dentro una web app (XHR \cite{XHR:1}, loading di immagini, fonts, codice JS) apriamo la "console sviluppatore" che ci dà a disposizione Firefox (o qualsiasi altro browser, come Chrome) e iniziamo a guardare. +In genere, quando vogliamo tenere traccia del traffico di richieste che vi è dentro una web app (XHR \cite{XHR:1}, caricamento di immagini, fonts, codice JS) apriamo la "console sviluppatore" che ci dà a disposizione Firefox (o qualsiasi altro browser, come Chrome) e iniziamo a guardare. Con questa relazione però, vogliamo fare un attacco attraverso un dispositivo mobile, quindi controlleremo il traffico in uscita nella nostra rete per scoprire a quale server la nostra mobile app sta facendo capo. \newline\newline -Imposteremo tutto il necessario per replicare l'attacco visto nel capitolo precedente: +Imposteremo tutto il necessario per simulare l'attacco visto nel capitolo precedente: \begin{itemize} \item Una REST API con un problema di autorizzazione nell'endpoint degli utenti, il quale non verifica che l'utente loggato è effettivamente il possessore di quella risorsa. La installeremo in un server su internet; \item Un'applicazione mobile che fa richieste a tale API; @@ -9,7 +9,7 @@ Imposteremo tutto il necessario per replicare l'attacco visto nel capitolo prece \end{itemize} \section{API} -Nella realtà, come questa API pubblica \cite{REDDIT:1}, si espone un endpoint \emph{/api/v1/me/} dove \emph{v1} è la versione dell'API in cui si ritornano i dati per l'utente autenticato. E questa è una buona prassi, un endpoint che si può trovare più o meno in tutte le REST API. +Nella realtà, come ad esempio l'API di Reddit \cite{REDDIT:1}, si espone un endpoint \emph{/api/v1/me/} dove \emph{v1} è la versione dell'API in cui si ritornano i dati per l'utente autenticato. E questa è una buona prassi, un endpoint che si può trovare più o meno in tutte le REST API. \textbf{Cosa proveremo a fare noi?} Proprio un'API che fa ciò, niente più e niente meno. Ci limiteremo però solo a controllare che il JWT passato è valido in modo da ritornare i dati dell'utente che noi pensiamo sia stato autorizzato. \newline\newline @@ -21,7 +21,7 @@ La parte incriminata è la route qui sotto. Qui si limita a ritornare la riga ut async fn get_user(claims: Claims) -> Result, AppError> { match User::find_by_id(claims.user_id).await { Ok(user) => Ok(Json(user)), - Err(_) => Err(AppError::NotFound), + Err(_) => Err(AppError::NotFound("User not found".to_string())), } } \end{lstlisting} @@ -29,8 +29,6 @@ async fn get_user(claims: Claims) -> Result, AppError> { in realtà qui non vi è nessun problema reale di sicurezza. È un API che funziona, ad ogni richiesta infatti controlla se il token è valido \begin{lstlisting} -// bearer = variable with token string - let token_data = decode::(bearer.token(), &KEYS.decoding, &Validation::default()) .map_err(|_| AppError::InvalidToken)?; \end{lstlisting} @@ -56,8 +54,8 @@ impl Keys { E proprio in questo "errore" nel secret che andremo ad attaccare. Useremo un attacco di bruteforcing all'header Authorization per far sì di avere i dati dell'utente con ID che noi vogliamo. \section{App mobile} -Il codice dell'app è presente al link \underline{\url{https://git.dcariotti.me/m6-ie/tree/app}}. -È una "banale" applicazione scritta usando Ionic \cite{IONIC} con 3 pagine: +Il codice dell'app è presente a \underline{\url{https://git.dcariotti.me/m6-ie/tree/app}}. +È una "banale" applicazione scritta usando Ionic \footnote{https://ionicframework.com/} con 3 pagine: \begin{enumerate} \item Home: ricorda cosa serve fare, ovvero il login; \item Sign in: permette di fare il login mediante username e password; @@ -65,15 +63,13 @@ Il codice dell'app è presente al link \underline{\url{https://git.dcariotti.me/ \end{enumerate} Sapendo ciò dovremo esaminare il file APK dell'applicazione per vedere come si comporta realmente.\\\\ -Dentro il codice sorgente è presente il codice in JavaScript, ma a noi serve usarlo nel nostro dispositivo Android. Quindi, come faremo realmente sviluppando un'app Ionic, lo andremo a compilare e visualizzare l'APK dentro Android Studio \cite{ANDROIDSTUDIO}. -Questo passaggio lo ricreiamo per ricondurre a tutti i passaggi. +Dentro il codice sorgente è presente il codice in JavaScript, ma a noi serve usarlo nel nostro dispositivo Android. Quindi, come faremmo realmente sviluppando un'app Ionic, lo andremo a compilare e visualizzarne l'APK dentro Android Studio \footnote{https://developer.android.com/studio/}. \begin{lstlisting} $ git clone https://git.dcariotti.me/m6-ie $ cd m6-ie/app $ npm i -$ ionic capacitor add android $ vi .env # Chi fa la build conosce effettivamente l'URL dell'API $ npm run build --production $ npx cap copy android @@ -109,4 +105,4 @@ Avviando l'emulatore attraverso \emph{Shift+F10} vedremo l'applicazione dentro i \caption{Screenshot dell'emulatore} \end{figure} -Se provassimo ad intercettare il traffico usando il \emph{Network profiler} integrato non vedremmo nulla perché non vengono esaminate le richieste HTTP fatte in maniera ibrida, quindi useremo Wireshark per monitorare le richieste al server. \ No newline at end of file +Se provassimo ad intercettare il traffico usando il \emph{Network profiler} integrato non vedremmo nulla perché non vengono esaminate le richieste HTTP fatte in maniera ibrida; ecco viene in aiuto Wireshark. \ No newline at end of file -- cgit v1.2.3-18-g5258